Racconti dalla quarantena #10 - Tra isolamento e resistenza: la vita in una comunità di braccianti della Florida ai tempi del coronavirus
Gerardo Reyes Chávez, Coalition of Immokalee Workers*
Soltanto un paio di mesi fa, il coronavirus sembrava una minaccia lontana per la maggior parte degli statunitensi. Ricordo di essermi allora imbattuto in un articolo sul Washington Post dai toni molto gravi, controcorrente rispetto all’atteggiamento generale, sui rischi della pandemia. Per spiegare le ragioni della sua preoccupazione, l’autrice del pezzo rispolverava il noto indovinello della ninfea e del lago: in uno stagno di una certa dimensione, si trova una ninfea che si riproduce ogni giorno. Il secondo giorno, ci saranno due ninfee, il terzo quattro, e così via. Se le ninfee impiegano 48 giorni per coprire completamente lo stagno, quanti giorni ci vogliono prima che il lago sia coperto a metà? La risposta è 47 giorni, con la precisazione, non di poco conto, che al quarantesimo giorno le ninfee saranno appena percettibili. Ora, sostituendo il termine ninfee con coronavirus, la lezione è questa: quando qualcosa di pericoloso cresce in modo esponenziale, tutto sembra andar bene fin quando non è troppo tardi. La spirale discendente quindi non è solo inevitabile, ma anche più ripida laddove è già presente una condizione di vulnerabilità più elevata.