A Bari, il18 febbraio 2018, nella periferia sud della città nasce un nuovo orto sociale urbano
Bari, 18 febbraio 2018, nella periferia sud della città nasce un nuovo orto sociale urbano, anzi ri-nasce, perché l’OrtoGentile che domenica ha iniziato ad accogliere persone nel suo spazio in Via Gentile a fianco del Sacrario militare, è la prosecuzione della lunga vita di Ortocircuito che da C.so De Gasperi ha spostato i suoi solchi a Japigia ritornando nel territorio che ormai quasi 10 anni fa l’ha generato. Allora di fianco ad una chiesa, oggi ad un sacrario, ci sarà qualcosa che lega la passione agricola e sociale dei suoi e sue animatrici ed il sacro.
La novità e la bellezza di questa nuova fase del nostro percorso di agrianimatori urbani stà tanto nel terreno in cui abbiamo deciso di mettere le tende che la modalità che qui ci ha portato. Questa zona della città è quella storicamente e tradizionalmente legata all’agricoltura per la sua altissima fertilità frutto di risorgive e tracce d’acqua a pochissima profondità che permette la possibilità di attingere l’acqua necessaria all’irrigazione con poco sforzo e grandi risultati. Il nome che nel dialetto locale denomina queste aree: “L’ Sciacquàt” ne chiarisce la vocazione meglio di ogni spiegazione. Basta percorrere questa parte sud della città che, un tempo oltre le mura oggi incastonata nel tessuto urbano, si notano chiaramente gli appezzamenti di aree coltivate e colorate di sfumature varie di verde, a seconda che siano piantate “cim d’rap”, o “cim d’còl”, o ancora “fav d’quizz” o bietole, finocchi, ecc.
Visti oggi così come sono, questi fazzoletti verdi, assediati da cemento e asfalto rendono plastico ai nostri occhi il loro valore di aree di resistenza civile, trincee spesso inconsapevoli, al consumo barbaro di suolo a cui assistiamo e che riduce ogni giorno di più ogni lembo di territorio per regalarlo ad una idea di sviluppo che mostra tutti i suoi limiti nell’intero pianeta. Solo che qui da noi vige, come altrove, la legge del padrone e questi è molto spesso cementificatore, palazzinaro e quindi il territorio altro non è che suolo su cui elevare palazzi utili a rendite immobiliare multimilionarie di pochi.
Quindi la vocazione e fertilità della terra ed il suo valore simbolico rendono questa nuova casa il luogo ideale per proseguire il percorso di Ortocircuito. Ma questa, seppure importante, è solo una parte dell’eccezionalità di questa fase, la parte più consistente, data la vocazione sociale della nostra attività, stà nell’intreccio che ha reso possibile e migliorativo questo “trasloco”. Il terreno in cui stiamo oggi mettendo radici è già in possesso, perché legittimamente affittato, dall’Associazione Solidaria che qui intende sviluppare il suo progetto Campagna Meticcia, ovvero l’autoimpiego di soggetti precari, stranieri e italiani con cui ricavare reddito sostenibile, costruendosi un presente e un futuro possibile. In questa terra quest’anno saranno coltivati i pomodori con cui realizzeremo insieme la salsa Sfruttazero che per il quarto anno consecutivo sarà poi distribuita in tutta italia nei nodi Fuorimercato che accoglie tale tipo di prodotti eticamente sostenibili e di cui anche noi facciamo parte. Con le donne e gli uomini di Solidaria stiamo già costruendo il progetto Bread&Roses e la produzione della salsa Sfruttazero ormai da due anni, è stato quindi naturale, ovvero in armonia con la Natura, che, rimasti noi senza terra, ci venisse da loro la proposta di accoglienza, una proposta alla quale anche noi naturalmente avevamo pensato e che ha coinciso con le progettualità comuni, il che la rende non una semplice allocazione ma una vera e propria condivisione e moltiplicazione di energie, risorse, attività e percorsi. Più fertile la terra, più fertili le idee, più produttivo il raccolto.
Così domenica 18 febbraio, ad appena tre giorni dalla restituzione delle chiavi al proprietario del terreno che ci ha ospitato per quattro anni, abbiamo deciso di ripartire con le attività pubbliche e aperte con un mercatino Fuorimercato e, seppure non completamente attrezzati o pronti, abbiamo buttato i cuori oltre gli ostacoli e messo alla prova le sensibilità che condividono con noi l’avventura. Il risultato è stato strabiliante, tutti i produttori e anche di più sono tornati, come se niente fosse anzi proprio per testimoniare la presenza, tutte le persone che abitualmente ci frequentano sono passate nonostante imprecisioni di mappe e mancanze di indicazioni precise e con loro tante facce nuove, curiose e sensibili che hanno voluto giustamente “mettere il naso” in quella che gli pareva una buona idea. La giornata è stata davvero di quelle che non si dimenticano, una di quelle in cui senti che tanti impegni, sforzi, energie e risorse non sono seminate invano, che hai la legittimazione a proseguire e la spinta per rilanciare.
E allora Ortocircuito ri-parte! E lo fa alla grande, GRAZIE a tutte e tutti quell* che ci seguono da sempre, GRAZIE a Solidaria e alla sua grande fratellanza di orizzonti, GRAZIE alla piccola-grande comunità di autoproduttori che arrichiscono le mostre piazze sorridenti, GRAZIE a ragazz* che ci seguono e che seguiamo nei vari progetti di accoglienza, da Casa Shalom a Casa delle Culture, alle scuole, ecc., GRAZIE alle realtà associative più o meno organizzate che condividono con noi percorsi alternativi, spesso critici, sempre vitali. GRAZIE a tutte le persone che se la sentono con noi di condividere lo slogan: APRIAMO GLI ORTI, LIBERIAMO LA TERRA!