Prendersi cura. Il tampone sospeso fuori mercato
Prendersi cura è conoscere non solo il contesto in cui si generano le sofferenze, ma anche riconoscere e promuovere le risorse positive del legame tra le persone e con gli altri soggetti che abitano la terra e con la terra stessa.
di Spazio Salute Fuori Mercato
All’interno della tre giorni ci ritroveremo in varie forme, nessuna convenzionale, nel mormorio inarticolato di scontento, nelle lacrime della frustrazione, nel grido di rabbia, nel ruggito fiducioso, nell’allegria del gioco, valorizzando la bellezza che abbiamo creato nel nostro cammino, perché nel nostro piccolo proviamo a sperimentare relazioni differenti di cura e affidamento reciproco e da questo punto dobbiamo ripartire, decidendo cosa distruggere e cosa creare.
Abbiamo bisogno di un cammino definito insieme, collettivamente, di trasformare le relazioni da dentro, scoprire nuovi modi di resistere, di creare nuovi spazi, consolidando uno tra i più fondamentali diritti: la salute.
Alluvioni, terremoti, siccità estrema, frane, sono all’ordine del giorno in tutto il pianeta. E’ errato dire “è la natura che fa il suo corso” perché la realtà è diversa e lo sappiamo bene.
L’ultimo anno di pandemia ci ha colpito fortemente e ci siamo ritrovati impreparati o, semplicemente, la coscienza confusa, rifornita senza sosta d’informazioni, ha generato la paura che spesso ci vede gli uni contro gli altri o incapaci di accogliere le paure e i bisogni di chi subisce al nostro fianco condizioni simili.
In questo contesto il rischio su cui occorre mantenere uno sguardo attento e critico è quello della dipendenza da un falso antidoto “istituzionale” che ci viene proposto come unica risposta a al malessere piscologico economico e sociale che cresce.
Vogliamo recuperare il tempo in cui le persone che si trovavano in una situazione di crescente stress si curavano tramite la partecipazione attiva nei processi di vita in comune e riproporre questo oggi che costantemente viene imposta l’idea che vince solo chi è benestante o che l’accesso ai massimi livelli di cura è garantito a chi sia disposto a obbedire, indipendentemente dal background familiare, “razziale”, culturale e sociale.
Laddove ci vogliono deboli e in guerra tra noi, sentiamo il bisogno di aprirci a confronti che partano dalla volontà di rafforzarci, per decidere autonomamente sui nostri corpi; e in questa direzione proponiamo da un lato di contrastare la mercificazione della salute e di mettere in discussione la delega della nostra salute all’industria della sanità, dall’altro di costruire arcipelaghi organizzati di forme di cura ed economie fuori mercato.
Abbiamo letto, conosciamo le storie dei popoli che lavorano per una forma “alternativa” di resistenza, mettendo in evidenza il ruolo attivo e non vittimizzante della popolazione nelle avversità come fatti chiave per la costruzione e il rafforzamento del movimento popolare. In Italia, e non solo, dai primissimi giorni della pandemia non sono poche le realtà che hanno utilizzato organizzazione e ascolto del malessere crescente come risorse per la nascita di forme di cura e resistenza al piano di irresponsabilità proposto come strategia sanitaria istituzionale.
L’esperienza delle brigate sanitarie e tante altre realtà e reti mutualistiche sono riuscite a evidenziare alcune criticità del sistema salute aziendale, soffermandosi sul paradigma cura/profitto, prevenzione/costo. Sebbene queste esperienze siano già pratiche che generano energie solidali e che scardinano la verticalità del regime di salute e controllo imposto, siamo consapevoli della necessità di continuare a elaborare e praticare collettivamente al di là dei confini identitari e ideologici a partire da un metodo che parta dalla nostra soggettivazione unica via per smarcarci dal dibattito imposto sull’essere contro o a favore di qualcosa che ci viene imposto dall’alto.
Il nostro obiettivo è quello di difendere e di costruire spazi di democrazia e autogestione da cui possano continuare a proliferare sistemi di mutualismo basati sulla messa in comune di risorse che siano ri-generatrici del conflitto nei luoghi di lavoro e di strategie per consolidare tutte le forme di emancipazione dal ricatto neo-liberista che mercifica le nostre vite.
Per tale motivo, risulta importante contestualizzare la definizione di malattia nel nostro vivere-abitare il mondo, non smettere di informarsi, trovare le alternative disponibili e, grazie al “fare” insieme, creare legami di mutuo appoggio, emozioni profonde, passione e scoperta.
L’assemblea nazionale di Fuorimercato è già una delle nostre sperimentazioni dell’autogestione della cura e salute collettiva, intesa in senso ecologico, e dunque psicologico, relazionale tra tutti gli abitanti della comunità della tre giorni oltre la dicotomia uomo-natura.
In questo senso proponiamo, all’interno della tre giorni, lo spazio salute “fuori mercato”, con la possibilità di realizzare un punto per eseguire i tamponi antigenici rapidi Covid19, utilizzando la formula del “tampone sospeso”, creare e condividere materiale informativo ed esperienze di autogestione sul campo della salute.
Il nostro intento non è riproporre le formule adottate dalle istituzioni.
A partire dal bisogno di creare un percorso parallelo e ribelle, dalla riappropriazione di tutte le risorse necessarie per creare le condizioni per sistemi di cura degni e accessibili, proponiamo a partire dall’assemblea nazionale di fuori mercato 2021, la nascita di uno spazio di “salute fuori mercato” basato su forme di mutualismo e autogestione per sperimentare insieme la riappropriazione del concetto di salute.
Lo Spazio di Salute Fuori Mercato, nasce come gruppo di lavoro in seno all’assemblea Fuori Mercato Sicilia e sarà fisicamente presente, attivo e aperto al confronto dal 3-5 Settembre a Fiori di campo a Cinisi.
Lo Spazio SFM in accordo con gli obiettivi dell’assemblea “Coltiviamo cura ed economie fuori mercato” propone delle indicazioni di base di cura-reciproca:
- presentarsi allo spazio di Salute Fuori Mercato all’ingresso
- fare un tampone rapido prima di entrare nello spazio dell'Assemblea
- indossare la mascherina di protezione quando si sta vicin* ad altre persone che possano sentirsi più tutelate dal fatto che la mascherina venga indossata.