Maria Angela Galante, portavoce del Coordinamento SalviAmo i Boschi Sicilia. Intervento all'assemblea nazionale a Cinisi - Fiori di Campo, Cinisi, 03.09.2021
Questo intervento è molto importante per il processo di costruzione di una garanzia partecipata fuorimercato perchè interagisce con la domanda: come i prodotti e le economie fuorimercato possono sostenere le lotte per la difesa dei territori?
Quando Contadinazioni-Fuori Mercato mi hanno invitata a intervenire nell’Assemblea generale di Fuori Mercato in qualità di rappresentante del Coordinamento Salviamo i Boschi mi sono interrogata sull’opportunità e sul significato di questa partecipazione in un contesto molto diverso da quelli in cui siamo abituati a muoverci come rete di associazioni ambientaliste.
Ma proprio per la natura ‘meticcia’ del Coordinamento e per il suo essere stato fin dalla nascita un movimento di base, fondato sullo scambio di idee e di esperienze sul campo ho ritenuto che la nostra presenza oggi qua fosse giusta e importante e le testimonianze della Coop. Noe, Mondi Sicani, Sbaratto, del gruppo agrocologia fuori mercato e tutte le altre realtà rappresentate dagli interventi precedenti me ne hanno dato conferma. La cifra che ci unisce è il lavorare sul campo a partire da un progetto condiviso di recupero (etico/sociale/umano/ambientale), socializzare pratiche ed esperienze e cercare di metterle a sistema.
Il Coordinamento Salviamo i Boschi Sicilia nasce come rete spontanea di associazioni a seguito degli incendi del 2017. A dare l’avvio tre associazioni del trapanese (Circolo Metropolis - Castellammare, Associazione Bosco di Angimbè - Calatafimi, Associazione Ecò -Alcamo) cui si sono subito aggregate altri gruppi e comitati di tutta la provincia e anche oltre. Adesso è una realtà allargata anche alle altre province siciliane con contatti anche extra regionali (di questi giorni la formazione di una rete nazionale “Basta incendi” insieme a comitati calabri, sardi e pugliesi).
Il fatto che l’iniziativa sia sorta in forma spontanea e che abbia raccolto adesioni da parte di associazioni di base e non dai circoli delle associazioni ambientaliste storiche ha dato subito la cifra della nostra aggregazione: rete di associazioni già presenti nel territorio con un focus ben preciso sulla salvaguardia delle aree verdi (non solo boscate) e la lotta agli incendi.
La nostra è sempre stata dunque una forma fluida e orizzontale, basata sulla divisione dei ruoli in base alle competenze e alla disponibilità di tempo ed energia messa in campo in un determinato momento. Man mano che il Coordinamento si allargava abbiamo sentito la necessità di fissare alcuni punti saldi: finalità, modalità di azione, individuazione di una/a portavoce e di referenti territoriali.
Le finalità sono principalmente :
- Studiare il fenomeno degli incendi anche in relazione agli eventi determinati dal surriscaldamento globale ed elaborare delle proposte operative per una politica di contrasto attivo al fenomeno. (Manifesto con 20 proposte presentate al Presidente della Regione Musumeci, varie petizioni on line, incontri con esperti);
- Fare pressione sulle istituzioni (dai sindaci, alle prefetture, al Presidente della Regione, al Ministro dell’Ambiente) perché attivino tutte le misure di prevenzione e contrasto attivo agli incendi previste dalle leggi nazionali e regionali (in particolare la Legge Quadro 353/2000 e la successiva LR 96/2006) con tempismo, coerenza e reale coordinamento tra tutte le parti in causa;
- Fare pressione sulla Magistratura e sugli organi inquirenti perché vengano avviate indagini coordinate per individuare non solo i responsabili materiali (spesso bassa manovalanza mafiosa, pastori, ex operai forestali, piromani propriamente detti, ovvero affetti da patologia psichiatrica) ma anche per portare alla luce le coperture e le omissioni da parte delle amministrazioni e gli interessi economici legati al business degli incendi (in primis quello legato alla gestione privata dei Canadair: la flotta aerea della Protezione Civile è gestita dalla multinazionale Babcock con un contratto rinnovato nel 2017 per 4 anni con un importo di circa 45 milioni all’anno, più il pagamento delle ore di volo eccedenti le 3.500 previste dal contratto);
- Fare rete per scambiare informazioni e buone pratiche, mettere in atto strategie comuni (Denuncia congiunta a 9 procure siciliane; lettera congiunta ai Prefetti; richiesta aggiornamento catasto degli incendi su modello comune), promuovere campagne e azioni di protesta condivise (Flash Mob del 2 ottobre 2020 e del 7 maggio 2021; piantumazioni in raccordo con le scuole);
- Informare e sensibilizzare l’opinione pubblica per creare comunità consapevoli e in grado di mettere in atto una strategia di prevenzione e contrasto autonoma ed efficace. (Esperienza di alcune associazioni o comitati all’interno del Coordinamento, come per esempio il Movimento Antincendio Ibleo e le Sentinelle Ambientali di Valguarnera, che si sono autorganizzati per il monitoraggio dei territori e lo spegnimento dei focolai)
A questo proposito riteniamo che il coinvolgimento delle comunità agricole sia cruciale anche perché l’abbandono dei campi, la mancata manutenzione dei terreni a confine con aree boscate e la bruciatura incontrollata delle stoppie a fine raccolto sono tra le cause principali di propagazione degli incendi.
Abbiamo individuato alcune vie attraverso cui favorire il raccordo con gli operatori del settore agricolo:
- ampliando e semplificando la possibilità di stipulare convenzioni per lo svolgimento di attività funzionali alla salvaguardia del paesaggio agro-forestale con un sistema di premialità sul modello di quello già sperimentato in Aspromonte da Tonino Perna negli anni ’90;
- chiedendo lo sviluppo di una seria politica di contrasto all’abbandono dei terreni marginali montani anche attraverso un'integrazione dei modesti redditi ritraibili dagli agricoltori;
- ridiscutendo e modificando pratiche basate sulla bruciatura delle stoppie e del sottobosco da cui partono spesso incendi incontrollati.