Portiamo l'acqua al ghetto di Campobello!

Siamo un gruppo di persone, di attivisti ed attiviste, riunite in associazioni ed organizzazioni informali, viviamo in Sicilia, in provincia di Trapani, e da anni siamo a fianco dei lavoratori che vivono nei ghetti e che sono impegnati nella raccolta delle olive da tavola, stando loro accanto con supporto e solidarietà.

In particolare la nostra azione si è concentrata ed è sempre stata costante a Campobello di Mazara, un paesino che conta 10.000 abitanti e che ha una forte vocazione agricola ma Campobello, come tanti altri piccoli paesi del Sud Italia, è rimasto a margine della narrazione dominante riguardo allo sfruttamento dei lavoratori stranieri nell’agricoltura.

È dagli anni ’90 che un numero sempre più elevato di lavoratori provenienti dalla Tunisia viene coinvolto nel lavoro agricolo mentre è dal 2000 che iniziano ad arrivare sempre più lavoratori dell’Africa Subsahariana, in particolare dal Senegal.

Questi lavoratori non sono mai stati considerati alla stregua degli altri ed ancora oggi la maggior parte di loro vive confinata in un ghetto informale, chiamato ex-Calcestruzzi e che rimane nascosto alla vista della cittadinanza locale. Il ghetto viene considerato illegale dalle autorità, nonostante permetta a 700 lavoratori all’anno, di avere riparo e potere in qualche modo riposare.

Oggi, con la pandemia che stiamo attraversando e che sta stravolgendo il nostro modo di vivere e di lavorare, non vogliamo lasciare indietro i lavoratori di Campobello.

Non possiamo non tenere conto che anche il distanziamento sociale che ora ci viene chiesto dalle istituzioni, prima che un dovere, è un diritto che però non tutti possiamo esercitare allo stesso modo, e che i lavoratori che vivono in baracche o in tende ammassati non hanno la possibilità di attenersi alle precauzioni igienico-sanitarie a tutela di tutta la comunità di cui sono parte.

Noi non vogliamo dimenticarci di questa fascia di lavoratori e di lavoratrici brutalmente sfruttati e che continuano a vivere e lavorare nell’ombra. Pensiamo a tutte le persone del ghetto informale ex-Calcestruzzi di Campobello, ma anche a tutte quelle che vivono nei ghetti rurali nel resto d’Italia, senza acqua, senza luce, senza diritti. Persone che si trovano ad affrontare l’emergenza sanitaria che stiamo vivendo in una condizione di estrema vulnerabilità.

Quello che vogliamo fare è un gesto di fraternità e complicità che vuole far sentire il calore della nostra vicinanza alle persone che abbiamo conosciuto in questi anni, che sono diventati nostri amici e che sono costretti a vivere in condizioni indegne. Per questo motivo abbiamo deciso che per la prossima stagione di raccolta, che inizierà a settembre 2020, porteremo l’acqua al ghetto di Campobello. Per fare questo ci servono 6000 euro e per raggiungere questa cifra ci serve l’aiuto di tutti e tutte voi. Lanciamo questa raccolta fondi e vi chiediamo di fare un gesto semplice quanto importante: donare. Perché ciò che succede ai lavoratori nei ghetti riguarda tutte e tutti e nessuno può più far finta di niente.

Contemporaneamente stiamo lavorando attivamente per chiedere l'immediata collaborazione delle amministrazioni locali e la libertà di movimento per chi deve rinnovare i documenti; l'istituzione del registro di residenza virtuale presso i Comuni per tutti i lavoratori; la regolarizzazione di migliaia di invisibili, che continuano a crescere per effetto dei decreti sicurezza e che non hanno accesso al Sistema Sanitario Nazionale. In un tempo ragionevole e al contempo urgente chiediamo lo smantellamento degli insediamenti informali, baraccopoli e tendopoli a fronte di un accesso, garantito e gestito dalle istituzioni, ad abitazioni più dignitose, e il rispetto dei contratti provinciali sull’obbligo di ospitalità da parte dei datori di lavoro; l'implicazione nelle responsabilità attraverso imposte progressive agli imprenditori agricoli e operatori del settore per istituire fondi per uscire dall’emergenzialità ed infine chiediamo una maggiore valorizzazione salariale di chi oggi è alla base del settore primario del nostro Paese.

Se ti piace la nostra idea e vuoi far parte del progetto, sostienilo anche con un piccolo contributo e portiamo insieme l’acqua ai lavoratori del ghetto di Campobello!

Dona a:
Fuorimercato, per la salvaguardia dell'ecosistema e per la sovranità alimentare
Iban IT79D 0838633 910000000470387
Banca credito cooperativo di Binasco, filiale di Trezzano s/N,
Causale: ACQUA CAMPOBELLO

o Attraverso Gofoundme:
https://www.gofundme.com/f/portiamo-acqua-al-ghetto-di-campobello


Comitato promotore:
Contadinazioni, Fuorimercato rete nazionale, Sportello Contro le Discriminazioni sul Lavoro, Casa del mutuo soccorso Fifiddu Robino Partinico.

Adesioni:
Mediterranea Saving Humans Palermo, ARI Associazione Rurale Italiana, Forum italiano dei movimenti per l'acqua, booq Palermo, Osservatorio contro le Discriminazioni Razziali Nourredine Adnane, Associazione Handala Palermo, Mediterraneo Antirazzista Palermo, CLEDU, Borderline Sicilia ONLUS, Mare memoria viva Palermo, Intersos Palermo, A Sud Sicilia, Centro Astalli Palermo, Libera contro le mafie a Marsala "Vito Pipitone", Terraferma, CESIE, Centro per lo sviluppo creativo Danilo Dolci, Rete antirazzista catanese, LasciateCIEntrare, Cobas Catania, Casa Memoria Peppino E Felicia Impastato, Forum Antirazzista Palermo, Partinico Solidale, Arte Migrante, Carovane Migranti.


Aggiornamento dell'appello: Dopo una settimana dall'avvio della campagna abbiamo appreso, con piacere, che l'amministrazione comunale, grazie anche alla presenza sul campo di singole e singoli e delle associazioni di Libera del trapanese, abbia sospeso l'ordinaza di sgombero emanata all'inizio dell'emergenza e abbia provveduto alla fornitura d'acqua per i circa 60 lavoratori rimasti al ghetto oltre la stagione olivicola 2019. Convinti che mai più debbano esserci ghetti e mai più raccolte fondi per soddisfare il bisogno di un bene primario come l'acqua ed essendo la campagna uno strumento di solidarietà ma allo stesso tempo di rivendicazion generali e specifiche su una questione (tutt'altro che emergenziale), abbiamo mandato una lettera alle due amministrazioni coinvolte di Castelvetrano e Campobello di Mazara chiedendo di: garantire sempre l’accesso all'acqua negli insediamenti informali, tramite il posizionamento di fontanelle/rubinetti nelle vicinanze del ghetto, attivarsi per istituire un registro anagrafico per le persone senza fissa dimora; attivare un censimento di tutti gli immobili in disuso di proprietà pubblica e privata da concedere in locazione ai braccianti agricoli; di assumere il ruolo di garanti nella gestione della domanda e offerta di immobili da locare, istituendo anche un fondo di garanzia per i canoni di locazione.


 

 

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