Kollontai, vodka antissessista fuorimercato

La vodka antisessista Kollontai nasce dall’incontro tra la fabbrica recuperata Rimaflow di Trezzano sul Naviglio (Mi) e il Comitato Kollontai, formato da esponenti del movimento femminista e LGBT*IQ+.

Comitato Kollontai

La vodka antisessista Kollontai nasce dall’incontro tra la fabbrica recuperata Rimaflow di Trezzano sul Naviglio (Mi) e il Comitato Kollontai, formato da esponenti del movimento femminista e LGBT*IQ+.
Un’autoproduzione Fuorimercato per porre l’accento sulla strumentalizzazione della violenza subita dalle donne e al contempo per far emergere le forme di autoderminazione messe in atto dalle stesse.

L'alcol è spesso usato per giustificare la violenza sulle donne o per colpevolizzarle per ciò che hanno subito. Assistiamo a vicende mediatiche e giudiziarie fortemente sessiste e denigratorie, volte a minare la credibilità delle vittime di violenza, facendosi portatrici di una verità completamente ribaltata che risponde alla logica del “se l’è cercata”. Il fine è quello di diffondere e rafforzare gli stereotipi di genere alla base della cultura patriarcale, di cui sono intrise, e della violenza stessa. La violenza non è responsabilità di chi beve o dell’alcol, ma di chi la compie. Noi, infatti, affermiamo che la violenza la fanno gli uomini. E di fronte a una continua ridefinizione della libertà delle donne e delle soggettività lgbtiq, ribadiamo il diritto e la voglia di decidere come disporre dei nostri corpi in ogni circostanza, continuando a rivendicare e costruire spazi di autonomia.

Proprio per questa ragione, con i proventi della vendita della vodka sarà finanziato un progetto mutualistico che si configura come spazio sicuro e confortevole per donne e soggettività lgbtiq: un caffè letterario di genere all'interno dello spazio di mutuo soccorso Bread&Roses di Bari.

Un progetto autogestito di inclusione sociale e lavorativa che risponde alla necessità di avviare percorsi di autonomia economica, rompendo gli schemi del mercato economico e lavorativo attraverso la creazione di un lavoro dignitosamente retribuito, basato sui principi dell'autorganizzazione, gestione condivisa e sorellanza. Vogliamo costruire uno spazio aperto e a disposizione di chi vive una condizione di fragilità: persone che affrontano un percorso di fuoriuscita dalla violenza o che sono espulse dal mercato del lavoro o non riescono ad accedervi, a causa delle discriminazioni di genere. L’obiettivo è permettere a chi ne fa parte di sottrarsi al ricatto della precarietà e all’obbligo di accettare qualunque condizione lavorativa e salariale.

Il caffè letterario al Bread&Roses vuole essere un luogo in cui mettere al centro i bisogni e i desideri delle persone, la riappropriazione dei tempi di vita, per ricucire legami di solidarietà e costruire reti di mutuo aiuto tra donne e tra tutte le soggettività oppresse come risposta all’individualismo e allo sfruttamento. Vogliamo che diventi strumento di elaborazione di un modo altro di concepire e vivere le relazioni per ribaltare i rapporti sociali e la cultura alla base della violenza di genere, del sessismo, dell’omofobia e razzismo.

La vodka Kollontai finanzierà l’acquisto delle attrezzature (bancone da bar, macchina per il caffè, macina caffè, frigorifero, spillatore per le birre), i materiali necessari per l’allestimento del caffè letterario e la formazione delle lavoratrici e dei lavoratori impegnat* nel progetto. Recupereremo mobili dismessi o di seconda mano che saranno restaurati da “Dazebao – Mobili e pesci fuor d’acqua”, un laboratorio nato dall’artista e artigiana Claudia Giordano che ridà ai mobili usati nuova vita secondo la cultura del riciclo, della sostenibilità e dell’ecologia. Al suo interno saranno realizzate iniziative che affrontano la tematica della violenza di genere nelle sue diverse e molteplici sfaccettature, mettendo al centro esperienze che di fronte a tutto questo provano a elaborare risposte concrete e collettive; workshop sui diritti del lavoro e autodifesa sindacale assieme all’associazione sindacale “Fuorimercato, autogestione in movimento” e allo “Sportello Fuorimercato – Infopoint senza Frontiere” nato a Bari presso Villa Roth – casa autogestita; laboratori di lettura e artigianali per bambin* e adolescenti con l’Aps “Librolab” dell’educatrice Valentina Calvani per il rispetto alle differenze, contro gli stereotipi di genere e il bullismo.

Sarà un caffè letterario a “sfruttamento zero”. per dare il nostro contributo alla costruzione di un pensiero critico e consapevole su alimentazione e filiere produttive. Prepareremo e distribuiremo prodotti derivanti da filiere agroecologiche, in gran parte da “Fuorimercato, autogestione in movimento”, una rete nazionale formata da realtà che, attraverso pratiche di mutuo soccorso ed economia solidale, provano a costruire nuove istituzioni economiche in rottura con il mercato. Convinte che le scelte legate agli acquisti e al cibo abbiano conseguenze dirette sulle condizioni sociali, lavorative, ambientali e di salute.


Bread&Roses

Bread&Roses spazio di mutuo soccorso Uno spazio di mutuo soccorso che nasce il 24 marzo 2016 a Bari da un atto di “illegale giustizia”, riaprendo i cancelli di un immobile pubblico abbandonato da decenni per restituirlo alla collettività, per ripensare a una gestione della città orizzontale, aperta e condivisa da parte di tutti i soggetti che la vivono e la attraversano.

È un laboratorio sociale e solidale, che pratica l’autogestione e il mutualismo conflittuale. In quest’ottica ospita e contribuisce a generare pratiche importanti: mercatini di autoproduzioni agroecologiche a sfruttamento zero con un punto di distribuzione di autoproduzioni Fuorimercato, un'osteria popolare, sostegno a case editrici indipendenti con la distribuzione di libri e riviste, giornate di autoformazione, presentazioni di libri e di esperienze di autorganizzazione e di riappropriazione nate in Italia o in altre parti del mondo, assemblee in difesa dei territori e dei beni comuni, cinefrocium e cineforum degenerati, piazze del baratto e book crossing, pranzi e cene solidali, momenti di socializzazione gratuiti e liberi, laboratori per bambin@, incontri di lavoratori e lavoratrici.

A luglio del 2018, dopo una lunga vertenza nei confronti delle amministrazioni locali, il Bread&Roses ha stipulato un Patto di Collaborazione con il Comune di Bari, il quale ha riconosciuto il valore sociale di quest’esperienza.
Il suo nome ricorda lo sciopero del 1912 delle lavoratrici, molte emigrate, dell’industria tessile di Lawrence (USA) che non si accontentavano solo di esistere ma rivendicavano il diritto alla vita, al sole, alla musica e all’arte. Come allora, anche noi oggi vogliamo il pane e anche le rose!


Ri-Maflow

Nel dicembre 2012 la Maflow, ditta che lavorava nel campo automotive, ha chiuso i battenti vittima di speculazioni finanziarie. A partire dal febbraio 2013 l’occupazione della fabbrica, e l’avvio del progetto autogestito RiMaflow, materializzano l’insieme delle lotte a difesa del lavoro e del reddito, iniziate nel 2009 dai lavoratori e delle lavoratici della Maflow.

Il progetto RiMaflow rappresenta il tentativo di rispondere alle due problematiche del nostro tempo: la crisi economico-finanziaria e quella ecologica, attraverso la costruzione di reti di economia sociale e solidale dove attività produttive e tessuto sociale si incontrano per diffondere un nuovo modo di intendere la produzione e i consumi. Le nostre parole d’ordine sono: Reddito, Lavoro, Dignità, Autogestione!

Le fabbriche recuperate possono essere una soluzione contro la distruzione delle forze produttive, mantenendo in primo luogo la produzione nei territori ed un primo livello di mutuo soccorso tra lavoratici, lavoratori e tessuto sociale. Riappropriandoci del nostro lavoro stiamo attuando una conversione ecologica della fabbrica per riportare il lavoro all’interno dei capannoni abbandonati dal padrone. Oggi Rimaflow è un incubatore economico, sociale e solidale dove è possibile trovare attività artigianali e professionali, rimessaggio camper, una mensa e un laboratorio di produzione alimentare, il nodo di distribuzione milanese della rete Fuorimercato, una sala prove musicali e molto altro.


Alexandra Kollontai

Aleksandra Kollontai (1872-1952) è stata la prima Ministra della storia in quanto Commissaria del popolo agli Affari sociali nel governo bolscevico nato dalla rivoluzione del 1917 in Russia.

Una donna femminista battagliera, anticonformista e rivoluzionaria della prima ora, sotto la cui direzione è stata capovolta la legislazione patriarcale russa in materia di divorzio, patria potestà, riconoscimento delle unioni di fatto e dei figli nati in esse, legalizzazione dell’aborto, depenalizzazione dell’omosessualità, accesso all’istruzione, autonomia giuridica e suffragio universale.

Alla testa dell’organizzazione delle donne comuniste, Zenotdel, insieme ad altre femministe rivoluzionarie come Inessa Armand, si è adoperata nell’immenso compito di alfabetizzazione e di lberazione delle donne dal gravoso lavoro di riproduzione all’interno delle famiglie, creando una vasta rete di servizi collettivi all’interno dei quartieri popolari: lavanderie e cucine collettive, servizi di guardia infantile e doposcuola, e altri ancora.

Allo stesso tempo, oltrepassando la tradizione femminista socialista, che si interessava innanzitutto alle condizioni di sfruttamento materiale oltre che alla mancanza di diritti formali, Kollontai si è anche interrogata sulle condizioni di subalternità psicologica (auto)limitante insita nella coppia “borghese”, nucleare e monogamica dove si confonde amore con possesso.

Vista con sospetto da autorevoli compagni bolscevichi in quanto difensora dell’”amore libero” - che praticava anche nella sua vita personale - basato sul rispetto, sul compagnerismo e sulla libertà, e in dissenso con Lenin anche sulla questione della democrazia interna al partito, abbandonò ben presto la sua direzione.

Kollontai insieme a Marija Spiridonova, fu l'unica figura femminile davvero di spicco della rivoluzione russa. Marija Aleksandrovna Spiridonova Entrata giovanissima nell'organizzazione di combattimento dei socialisti rivoluzionari russi, nel 1906 ferì mortalmente, in un attentato, il responsabile della sicurezza di un distretto della provincia di Tambov, Gavriil Nikolaevi Luženovskij (1871-1906), il quale aveva represso sanguinosamente gli scioperi agrari dell'anno precedente. Arrestata, subì ogni genere di sevizie. Dopo l'ingresso dei rappresentanti contadini nel Comitato Esecutivo Centrale dei soviet Spiridonova fu posta a capo di una sezione per gli affari contadini, posizione che mantenne finoal quinto Congresso Panrusso, divenendo la principale responsabile della politica agraria nei primi mesi dello stato sovietico, ed in particolare dei decreti sulla socializzazione della terra approvati tra il gennaio e il febbraio 1918 sulla scorta del programma dei socialisti rivoluzionari

 


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