8 marzo. Sciopero femminista e transfemminista

gruppo femminista FuoriMercato

In questi due anni di pandemia, non potersi ritrovare fianco a fianco nelle piazze, per gli appuntamenti di lotta in cui ci riconosciamo, nel desiderio e urgenza collettiva della rivendicazione di bisogni, diritti e autodeterminazione, è stata una sofferenza.

Per chi, come alcunə di noi, vive in aree rurali o periferiche, poter contare su piazze piene di donne, soggettività lgbt*qia+, lavoratrici, disoccupate, delegate sindacali, migranti, sex worker, attive nel movimento transnazionale Non Una di Meno è stata invece una gioia, una forza e una speranza.

La pandemia ci ha espostə a forme crescenti di sfruttamento e perdita di autodeterminazione sui nostri corpi. Nostre risorse fondamentali sono state la solidarietà e il mutualismo femminista di cui talvolta è stato necessario riscriverne i codici, riscoprirne il senso collettivo, a partire da una radicale riflessione su cosa sia cura reciproca per tuttə noi.

A partire dall’appello di NUDM, questo 8 Marzo, con lo sciopero femminista e transfemminista, rappresenta la prima tappa imprescindibile di un mese che ci deve veder coinvoltə nel creare alleanze con i movimenti femministi di tutto il mondo.   Facciamo nostro il grido delle femministe russe e ucraine contro la guerra che è il frutto di uno scontro tra potenti, gli stessi che per i propri profitti e la riproduzione di un sistema estrattivista, dipendente da gas e combustibili fossili, ci hanno sempre più trascinato in una crisi climatica e sociale.

La lotta contro il patriarcato e tutte le forme di oppressione, per sua genesi costitutiva, è internazionalista, e di questa energia e solidarietà si nutre a partire dal posizionamento di ognunə di noi, in questo caso donne che hanno scelto di costruire modelli organizzativi basati su pratiche agroecologiche.

L’agroecologia, come approccio che si fonda sulla riorganizzazione della riproduzione sociale a partire dal sistema agroalimentare, prende le mosse dalla gestione collettiva delle risorse e ci offre l’occasione di mettere al centro, in contesti di economie e cura fuori dal mercato, la riflessione e l’azione su forme di autogestione, che superino l’antropocentrismo e la dualità tra essere umano e natura, tra città e campagna.

Queste forme di ecologia relazionale ci danno la possibilità di ribaltare ancora una volta, e in un processo costante, quello sguardo coloniale che “ci fa usare le lenti della città”, come scrive Carlotta Caciagli.

La prospettiva agroecologica, fuori dai luoghi riconosciuti per eccellenza come luoghi di lotta, ci dà la possibilità di scorgere il protagonismo di donne in lotte quotidiane rese invisibili, poiché ritenute improvvise o inaspettate, sia nei movimenti contadini che nelle storiche lotte metalmeccaniche di aree periferiche.

In questi due anni abbiamo sperimentato forme di mutualismo femminista in tutti i nostri presidi territoriali, nell’ottica di collegare cura e risposta ai bisogni materiali. È il caso del sostegno alla “Minna Combattente”, frutto del lavoro in autogestione delle Cuoche Combattenti, progetto di emancipazione economica, seguito ad un percorso di fuoriuscita dalla violenza domestica. Una piccola azione Fuorimercato, una delle gocce della marea femminista.

Criticare la centralità dell’urbano, come posizionamento teorico, di metodo e pratico, ci permette di capire come l’8 marzo, e qualsiasi mobilitazione che si renda visibile nelle piazze delle grandi città, debba essere costantemente risignificata per essere uno strumento, che stimoli la solidarietà tra i corpi in territori e forme, che spesso ancora non conosciamo o che non ci aspettiamo.

Oggi, questo posizionamento ci fa riflettere sulle connessioni e gli intrecci indispensabili tra lo sciopero femminista e transfemminista dell’8 marzo, lo sciopero del clima di Fridays For Future, e la lotta del collettivo di fabbrica exGKN, al fianco del quale saremo il 26 marzo a Firenze. Non accettiamo più ricatti che contrappongano salute, ambiente e lavoro, autodeterminazione e diritti sociali.

 

Contro l’oppressione patriarcale e razzista

Contro l’estrattivismo praticato ai danni di popolazioni ed ecosistemi

Contro ogni guerra

 

Per l’autodeterminazione dei corpi, alimentare, dei popoli

Essenziale è la nostra lotta

Essenziale è la nostra solidarietà

 

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