Mutualismo. Pratiche, conflitto, autogestione.

Roma, 7 – 8 Aprile, via della Stazione Tuscolana 82 (Scup)

 

Nel 2018 la crisi economica compirà dieci anni: una crisi che dovremmo forse smettere di chiamare tale, e prendere atto della continuità con cui in questi anni sono state portate avanti le politiche neoliberiste che l’avevano prodotta. Politiche che hanno portato e portano ancora ad un aumento delle disuguaglianze sociali, alla precarizzazione del lavoro, alle devastazioni ambientali, al crescere dell'intolleranza e del razzismo verso i migranti, alla dismissione del welfare state: processi che difficilmente subiranno un’inversione, anche qualora la crisi dovesse finire e dovesse “ripartire l’economia”.

In questi anni, però, in Italia è successo anche altro. In mezzo a una crisi – questa sì – di molti dei tradizionali soggetti (istituzionali e non) della sinistra, sono nate e cresciute esperienze e movimenti che hanno messo al centro della propria pratica politica il mutualismo, l’autogestione, la cooperazione (quella vera). Oggi riconosciamo pratiche mutualistiche nei movimenti contadini, nelle fabbriche occupate, in alcune esperienze cooperative tra e con i migranti, nella solidarietà attiva con le zone terremotate o in seguito ad altre emergenze, nei movimenti contro la violenza di genere, nella riappropriazione e custodia dei beni comuni, nel consumo critico, nelle esperienze di alcuni centri sociali. Come nei primi movimenti operai e socialisti, il mutualismo sembra una chiave per rispondere ai bisogni immediati, per ricostruire legami sociali, per “praticare l’alternativa” (anche se su piccola scala), per elaborare rivendicazioni più ampie. Per costruire, in definitiva, la società diversa e più giusta nella quale desideriamo vivere.

A questi movimenti, a queste esperienze, proponiamo un incontro il più ampio possibile, che si ponga i seguenti obiettivi:

  1. Discutere delle rispettive esperienze e conoscersi meglio, con l’idea che ci si possa riconoscere dentro un più ampio e comune movimento politico ed economico legato alle pratiche del mutualismo conflittuale, della autogestione, della cooperazione, dei beni comuni.
  2. Discutere nello specifico di come queste esperienze costruiscono e praticano un’economia differente da quella capitalista, di quanto questa economia sia sostenibile e capace di creare reddito e quali possano essere le strade, anche in collaborazione, per far crescere questi movimenti anche dal punto di vista economico.
  3. Approfondire il legame tra pratiche mutualistiche e rivendicazioni conflittuali.
  4. Redigere un manifesto del mutualismo e dell’autogestione, nel quale questo movimento possa riconoscersi e che possa utilizzare per ulteriori rivendicazioni, anche di fronte alle istituzioni.

Il convegno sarà articolato in 3 parti:

  • Una PRIMA PARTE, introduttiva, consisterà di interventi su argomenti teorici e storici, di carattere non accademico ma militante.
  • Una SECONDA PARTE verterà sul mutualismo e sulla cooperazione di carattere economico e produttivo. Si tratterà di un confronto all’interno di tavoli di lavoro tra esperienze di cooperazione produttiva “dal basso”, sulle caratteristiche, la composizione sociale, le difficoltà, i progetti, le relazioni con i territori in cui operano, nonché sui loro legami con forme di conflitto sociale. Gli obiettivi sono lo scambio di esperienze e la costruzione, l’allargamento, la collaborazione tra realtà e reti già esistenti, per capire se e come si possa crescere anche da un punto di vista economico-produttivo, mantenendo le proprie caratteristiche mutualistiche-autogestionarie e di economia che parte dai lavoratori e, naturalmente, costituendo un’alternativa radicale e un superamento del movimento cooperativo tradizionale, ormai integrato nel peggio del capitalismo italiano.
  • Dopo il report dei tavoli di lavoro del giorno precedente, nella TERZA PARTE si aprirà un confronto ampio sulle esperienze di autogestione e sugli statuti dei beni comuni e degli usi civici, con l’obiettivo di avviare un percorso di scrittura collettiva e creare una sorta di “manifesto del mutualismo e dell’autogestione”. L’ipotesi, da sottoporre alla discussione, è quella di costruire una rivendicazione concreta per esigere il diritto all’esistenza e allo sviluppo di esperienze, imprese, attività autogestite, mutualistiche e cooperative, ad esempio attraverso codici, ordinanze, leggi a livello comunale, regionale, nazionale, anche utilizzando gli spazi che offre la Costituzione, ad esempio con l'articolo 45. Un’iniziativa che punti a un’alleanza tra diversi per lanciare una campagna comune sui temi dell’autodeterminazione, della riappropriazione, dell’autogestione, dei beni comuni. 

 

Promuovono: FuoriMercato – Autogestione in movimento, Edizioni Alegre, Rivista “Gli Asini”, Scup, Communia Roma

Realtà invitate ad intervenire: Anni in fuga (Nonantola), csa Arvaia (Bologna), ex Asilo Filangeri (Napoli), Atletico S. Lorenzo (Roma), Baobab Experience (Roma), Barikamà (Roma), Binario uno coworking (Roma), Bread&Roses (Bari), Brigate anti sfratto (Viareggio), Brigate di Solidarietà Attiva, Clash city workers, Camere del lavoro autonomo e precario, emporio cooperativo Camilla (Bologna), Campi aperti (Bologna), Casa del popolo 20 pietre (Bologna), Cavallerizza reale (Torino), Comitato per la difesa delle esperienze autogestite (Bologna), Comù acrobax (Roma), Contadinazioni (Palermo), Cucine in movimento (Roma), Diritti a sud (Nardò), Fòrimercato (Firenze), nodo Fuorimercato Verona, Genuino Clandestino, serigrafia Jà (Castelli romani), Karallà sartoria migrante (Milano), Karalò sartoria migrante (Roma), Labas (Bologna), LaBoje (Mantova), Legal Clinic (Roma), Lucha y Siesta (Roma), infragruppo Mag (Roma), Mancoop frabbrica recuperata (Latina), Mishikamano sartoria migrante (Milano), Mondeggi fattoria senza padroni (Firenze), Nonna Roma, Officine Popolari (Roma), Officina solidale (Siena), OfficineZero (Roma), ex Opg – Je so’ pazzo (Napoli), OSA operai dello spettacolo associati (Macerata), rete Permacultura (Sicilia), cooperativa Piam (Asti), lab Puzzle (Roma), Rete Economia Solidale, RiMaflow fabbrica recuperata (Milano), Santafede liberata (Napoli), Scuola Fuorimercato, aula studio Sharewood (Roma), Solidaria (Bari), Sos Rosarno, Terra nostra (Casoria), Terra Terra (Roma), Villa Roth (Bari), XM24 (Bologna).

Programma

 

Sabato 7 aprile

11.30: Presentazione lavori

12.00: Momento di presentazione e conoscenza tra le tutte le realtà invitate ad intervenire

13.00-14.00: Pranzo a Scup

14.00-16.00: Il mutualismo nella storia e nel presente

Interventi di:
Salvatore Cannavò (Edizioni Alegre): Mutualismo conflittuale e movimento operaio
Carlo De Maria (storico, Rivista “Clionet”): Il mutualismo e l’autonomia del sociale tra storia e presente
Manoela Patti (storica): L’esperienza dei fasci siciliani
Enrica Rigo (giurista): Migrazioni, diritti, conflitti
Marie Moise (ricercatrice): Le pratiche mutualistiche nei movimenti femministi
Goffredo Fofi (Rivista “Gli Asini”): Se il sociale non pensa

16.00-16.30: pausa caffè

16.30-18.00: Mutualismo e conflitto nell’economia e nella produzione 

Introduzione della fabbrica recuperata RiMaflow 
Interventi di: Sindicato de obreros del campo (Andalusia) e Movimento Sem Terra (Brasile)

 

18.00-20.00: Discussione in tre gruppi di lavoro sulla base delle introduzioni:
- Autoproduzioni 
- Servizi e welfare
- Nuovio sfruttamento e nuovo lavoro

 


 

Domenica 8 aprile

9.30-10.00: Ritorno in plenaria delle proposte dei gruppi del giorno precedente

10.00-11.00: Autogestione, mutualismo, beni comuni
Introduzione Della Fattoria Senza Padroni Mondeggi
Intervento dell’Association pour l'autogestion (Francia)

11.00-13.00: Dibattito in plenaria sulle introduzioni e le proposte del giorno precedente

13.00-13.30: Conclusioni con rilancio delle proposte

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