Autodeterminazione, proposte per condizioni di lavoro e abitative migliori, sostegno alle produzioni agroecologiche e responsabilità sociale della GDO.

Braccianti e attivist* della Casa del Mutuo Soccorso FM Sicilia, di Contadinazioni e di FuoriMercato autogestione in movimento chiedono l’apertura dei cancelli dell’ex Oleificio Fontane d’oro affinchè nessuno sia costretto a tornare alla ex Calcestruzzi e rendono pubblico il dossier “Le nostre braccia, i nostri diritti” e sollecitano l’interventodelle istituzioni.

Ad un anno dall’incendio all’ex Calcestruzzi che ha bruciato il ghetto dove vivevano lavoratori e lavoratrici, e in cui ha perso la vita Omar Baldeh, lavoratori e attivist* della Casa del Mutuo Soccorso FM Sicilia, di Contadinazioni e di FuoriMercato autogestione in movimento convocano una conferenza stampa il 9 settembre 2022 alle ore 16.30 sotto la sede del comune di Campobello di Mazara. In questa occasione saranno rivendicate soluzioni che non costringano i lavoratori che stanno giungendo per la raccolta delle olive ad un ritorno al ghetto dell’ex Calcestruzzi, e per esprimerne i termini di soluzioni di medio-lungo periodo con la pubblicazione del dossier “Le nostre braccia, i nostri diritti” in allegato.

Il punto di partenza delle rivendicazioni è la richiesta di un ’impegno di tutte le parti sociali nel garantire la valorizzazione dell’agricoltura, degli agricoltori, dei lavoratori e delle loro rivendicazioni (vedi dossier) e contestualmente l’apertura del cancello dello spazio dell’oleificio Ex Fontane d’oro o qualsiasi altro luogo dotato di acqua e luce e vicino il centro abitato, con l’obiettivo di inaugurare un insediamento abitativo rispettoso della dignità e delle voci dei lavoratori.

Il sentimento di fondo è quello della necessità di condividere con la cittadinanza e le parti in causa responsabilità e valori dell’incontro, del lavoro giusto e della dignità dei lavoratori; affinchè nessuno debba tornare più alla ex-Calcestruzzi, affinchè nessuno debba morire più né di sfruttamento né per mancanza d’acqua, bruciato vivo insieme a cumuli di immondizia.

L’apertura del cancello di “Fontane d’oro” è un segnale di partenza minimo e imprescindibile nel riconoscimento della dignità dei lavoratori, doveroso, che per essere una valida soluzione non può prescindere dalla condivisione delle regole con i lavoratori organizzati, rappresentati dalle forze sindacali che hanno già dato prova nel 2021 di volere assumere fino in fondo la responsabilità che consegue dal loro ruolo di base dell’economia locale.

Da questo riconoscimento ne consegue che lo spazio di fontane d’oro, che da fine Agosto risulta in fermento per l’affidamento diretto alla Croce Rossa per il montaggio delle casette donate nel 2021 dall’UNHCR, sia un luogo gestito in modo trasparente che può essere una valida alternativa per la permanenza dei lavoratori se, nell’immediato:

 sia riconosciuta la necessità di un presidio sindacale che vigili sulle modalità di incontro tra domanda e offerta di lavoro con il supporto del collocamento pubblico e per contrastare il fenomeno dello sfruttamento dei lavoratori;

 lo stesso bene o uno di pari condizioni logistiche sia aperto alla città per valorizzare il confronto e l’integrazione (tutti i cittadini sono liberi e invitati ad entrare e rendere vivo quel luogo);

i lavoratori stessi siano riconosciuti come rappresentanti dei sindacati con cui s’impegnano a garantire un clima di serenità e di condivisione delle responsabilità.

Crediamo sia altrettanto necessario nell’immediato tener conto delle condizioni igienico sanitarie delle persone che durante tutto l’anno vivono alla Calcestruzzi e provvedere alle loro esigenze e richieste a partire dalla rimozione dei rifiuti.

Riteniamo inoltre con lo stesso approccio di condivisione e riconoscimento della centralità dei lavoratori di dover proporre un percorso per soluzioni a medio-lungo periodo che vadano oltre il circolo vizioso dell’emergenza e dispendio di risorse pubbliche, e per questo pubblichiamo, il 9 Settembre, un dossier con proposte riguardanti i temi dell’agricoltura, del lavoro e dell’abitare a Campobello di Mazara. Le elaborazioni dei temi e delle proposte sono frutto di un lavoro collettivo sviluppato a partire dalle pratiche e dalle proposte dei e delle braccianti, di attivisti e attiviste sindacali, e dei produttori e delle produttrici della rete FuoriMercato.

Partendo dalle voci e le proposte di lavoratori e lavoratrici, lo scopo di questo dossier è quello di fornire delle proposte concrete su più livelli alle istituzioni e a tutte le parti in causa.

Per quanto riguarda il tema dell’agricoltura, le rivendicazioni ribadiscono l’importanza di sostenere i piccoli produttori, i contadini anch’essi alla base della filiera; di realizzare modelli di produzione del cibo su scala locale; di inserire nell’agenda politica nazionale e locale politiche volte a riconoscere la responsabilità sociale dei grandi produttori, trasformatori e della GDO che producono sfruttamento e devastazioni ambientali.

Rispetto al lavoro, seguendo le richieste dei braccianti durante la passata stagione, è necessario garantire il rispetto del CCNL e, allo stesso tempo, che l’eccedenza della retribuzione rivendicata in base alla cassetta rispetto a quella giornaliera del CCNL sia garantita attraverso gli strumenti dello straordinario e del premio di produzione.

Infine, sul piano abitativo, il dossier ribadisce la necessità di garantire l’accesso ad acqua, luce, gas e raccolta dei rifiuti nei campi autogestiti dai braccianti, pensare a misure di accoglienza a bassa soglia (dormitori, affitti condivisi e altro) e di facilitazione all’inserimento abitativo.

Invitiamo infine tutte le parti in causa ad un confronto aperto il 29 e 30 Settembre presso i locali dell’ex Chiesa dell’addolorata a Campobello di Mazara per un percorso incentrato sul rispetto della soggettività dei lavoratori e dell’agricoltura come risorsa per i nostri territori e comunità.

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