Workshop economia e agroecologia - Cinisi 4 settembre 2021

Il workshop prevedeva un’articolazione in due parti per affrontare temi e questioni attinenti, rispettivamente, al segmento della produzione e a quello della distribuzione in una filiera/rete agroalimentare autogestita.

La co-produzione, oggetto centrale della prima parte della discussione, è una pratica che si va radicando in diverse reti territoriali, dalla Sicilia alla Campania. Essa è altresì al centro dei patti di mutuo soccorso e dei manifesti di principi emersi in seno ad alcuni nodi territoriali e della bozza di garanzia partecipata FM, ove è intesa come strumento cruciale per praticare la solidarietà attiva tra produttrici e trasformatrici delle singole reti e della rete nazionale. Le co-produzioni sono infatti state indicate come un momento di responsabilizzazione reciproca alla costruzione di continuità nella collaborazione tra realtà spesso inserite in contesti geografici altrimenti di potenziale isolamento.

A partire da queste riflessioni, il tavolo ha affrontato alcune criticità rispetto agli strumenti, anche giuridici, di cui dotarsi per facilitare processi di co-progettazione e co-co-produzione, soprattutto laddove si ha a che fare con produzioni genuine clandestine. È venuta, di conseguenza, chiamata in causa la questione della formalità/informalità e del suo superamento come dicotomia. Ciò è possibile, concretamente, attraverso lo strumento della garanzia partecipata. Oltre a fare da pilastro a un mercato alternativo nel quale la distinzione formale/informale è di fatto superata, la garanzia partecipata permette di trovare nuovi denominatori comuni tra le realtà che unisce. Nel caso siciliano, per esempio, il focus è sul lavoro in autogestione come punto di contatto per un percorso sindacale comune tra braccianti e contadini. Si è notato altresì che nell’ambito dei patti di co-produzione, il mutuo soccorso può essere usato per aiutare i piccoli produttori a sostenere i costi, spesso troppo onerosi, di un cammino verso la formalizzazione sul fronte lavoro e dei processi produttivi. 

Al di là di queste considerazioni e in un’ottica più ampia, il vero quesito è come riuscire a traghettare l’enorme ricchezza di pratiche diversissime all’interno di una cornice che le valorizzi al meglio e permetta di esistere nella loro diversità. Questo necessita da una parte una conoscenza approfondita delle norme vigenti e delle pratiche della grande distribuzione di cui appropriarsi per favorire l’erosione di spazi di mercato proprio a quest’ultima. Bisogna costruire per uscire dal sistema dalla porta principale tutti insieme. Tra gli strumenti condivisi che possono aiutare in questo senso il Listino Unico Nazionale è sicuramente un elemento cruciale in questo momento per aumentare i prodotti del paniere e allargare la rete distributiva.

Il riferimento al Listino Unico Nazionale ha fatto da cerniera alla seconda parte del workshop, dedicata al segmento della distribuzione auto-organizzata e del consumo/della fruizione solidale e collettiva. L’auto-organizzazione e l’autogestione della distribuzione sono un elemento centrale della esperienza di FM e un tema cruciale per molte esperienze e reti con cui il cammino di FM si è storicamente incrociato. Nella pur grande diversità di esperienze, si può constatare l’esistenza di un modello, soprattutto radicato al Nord Italia, incentrato su una fitta, ma non necessariamente organica, rete di contatti con GAS locali. In altre aree, e soprattutto al Sud, il sistema dei GAS è meno capillare e la distribuzione dei prodotti FM resta per lo più su scala molto ridotta a livello locale e per lo più orientata verso altre regioni del Nord o, come nell’esperienza di Sfruttazero, verso l’estero. 

Il fenomeno dei GAS, che ha subito profonde trasformazioni dagli anni 90, resta il canale principale che ha assorbito praticamente tutto il prodotto FM arrivato in Nord Italia. E in questo risiede anche la peculiarità di FM, cioè le relazioni che ha creato in questi anni. La scelta è stata quella di proporci dovunque come FM, come rete e non come segmento intermediario tra produttori locali e GAS, che garantisce tutti – dai produttori, ai lavoratori – supportando i nodi nella rete distributiva. Questo approccio troverà espressione ancora più compiuta attraverso il Listino Unico Nazionale, che permetterà di arrivare ovunque con la stessa dicitura e con lo stesso contenitore che tuteli tutto e metta insieme la garanzia partecipata. È importante che questo contenitore unico sia efficiente affinché esso faciliti anche il processo di elaborazione rispetto alla identificazione della cornice giuridica migliore per inquadrare il soggetto FM. Un sistema più organico di distribuzione su scala nazionale intende anche porsi come strumento per liberare energie e risorse a livello dei singoli nodi produttivi, per fare in modo che questi si concentrino sulla loro priorità, ossia la produzione.

È però evidente che arrivare a un documento comune, soprattutto che leghi il Listino Unico Nazionale alla garanzia partecipata FM, sia un processo ancora lungo. Il confronto tra i produttori che ne fanno parte sarà fondamentale a questo fine. La dimensione territoriale può sicuramente aiutare tutti sia a livello locale ed a livello nazionale, mantenendo salde le differenze dei territori che sono una grande risorsa. Il tavolo ha per questo espresso l’intenzione di rendere più frequenti e regolari le riunioni congiunte tra i gruppi di Economia e di Agroecologia.

In conclusione, è stata rilevata la necessità di sviluppare la sezione dedicata alla distribuzione dell’attuale bozza di garanzia partecipata FM. In particolare, spunti di riflessione per le prossime riunioni congiunte dei due gruppi riguardano i criteri di scelta dei fornitori di servizi di logistica, la scelta dei distributori all'estero e una loro eventuale inclusione al sistema di garanzia partecipata, le condizioni per perseguire esperienze di collaborazione per esempio con mercati locali e rionali.

 

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